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Con gli occhi della natura
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Con gli occhi della natura
UOMO E AMBIENTE
I primi due decenni del nuovo millennio sono stati caratterizzati da un crescente dibattito sulla sostenibilità ambientale. L’opinione pubblica è stata sensibilizzata dalla forte azione degli attivisti contro il cambiamento climatico, di cui la giovane Greta Thunberg è diventata il simbolo.
Nel 2000, il Premio Nobel per la chimica Paul J. Crutzen conia il termine ‘Antropocene’ indicando con esso una nuova epoca geologica, proposta dai membri dell’Anthropocene Working Group per succedere all'Olocene, nella quale la specie umana è causa primaria di un cambiamento permanente del Pianeta.
L’ipotesi degli scienziati dell’Anthropocene Working Group è che le azioni dell’uomo abbiano provocato cambiamenti così importanti da avere lasciato tracce negli strati delle rocce sedimentate sul nostro Pianeta. Secondo le loro ricerche, l’Antropocene potrebbe avere avuto inizio a metà del Novecento, con la cosiddetta ‘Grande Accelerazione’, manifestatasi in diversi campi, con l’aumento demografico, lo sfruttamento sempre più intenso delle risorse naturali, il processo di globalizzazione determinato dal sistema industriale e tecnologico e altri fattori, che hanno determinato l’aumento del livello di immissione di anidride carbonica nell’atmosfera.
L’Antropocene ha suscitato l’interesse non solo di scienziati, ma anche di sociologi, storici, filosofi, economisti e artisti. Tra questi Edward Burtynsky, Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier, Yosuke Bandai, David Claerbout, Hong Hao e Armin Linke, utilizzando linguaggi artistici diversi, invitano lo spettatore a un viaggio di scoperta e di presa di coscienza sullo stato dell’ambiente e sulle prospettive, presenti e future, dell’umanità. Anche l’arte, come la scienza, può aiutare a maturare una nuova consapevolezza del presente, capace di muovere il senso comune a un’azione di tutela e salvaguardia dell’ambiente e, quindi, dell’uomo.
Foto: Edward Burtynsky, Cathedral Grove N. 1, Vancouver Island, Columbia Britannica, Canada, 2017-18 © Edward Burtynsky