L’antropologo Marco Aime ha scritto uno spettacolo che unisce parole e musica per dare voce al viaggio dei migranti. Un viaggio nello spazio attraverso cieli, muri, deserti e mari per affermare il proprio diritto e desiderio di vita, ma anche un viaggio nel tempo di un’umanità da sempre in cammino, in un susseguirsi di strappi, conflitti, incontri, esili e ritorni.
In ogni brano e in ogni canto incontriamo lo “straniero” che sentiamo man mano sempre più vicino: la madre che culla il figlio mentre fugge dalla Libia, il bambino che non è riuscito a raggiungere la sua terra promessa, ma che ci parla forte con la pagella cucita tra i vestiti, il migrante che raccoglie la frutta sotto il sole cocente dell’estate. Uno spettacolo che interroga lo spettatore accompagnandolo in un percorso necessario, ricco di incontri e di tappe.
Scritto da Marco Aime – voce narrante
Musiche di Massimo Germini – chitarra e canto
Regia di Eleni Molos – canto e voce narrante
Durata dello spettacolo: 65’
INGRESSO GRATUITO SU PRENOTAZIONE
Marco Aime, antropologo, scrittore, fotografo, è docente di Antropologia culturale all’Università di Genova.
Massimo Germini, musicista e compositore è l’autore delle musiche, ha suonato con numerosi artisti italiani ed è il chitarrista di Roberto Vecchioni.
Eleni Molos, attrice e speaker con formazione filosofica, fa parte del Teatro dei Sensibili di Guido Ceronetti, alterna il lavoro in teatro con quello radiofonico e in studio di registrazione e con la scrittura di podcast.