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RICHARD MOSSE - DISPLACED

I conflitti umani sono il tema intorno al quale ruota tutta l’opera di Richard Mosse. Fin dalle prime fotografie – nella Striscia di Gaza, in Kosovo, a Sarajevo, sul confine tra USA e Messico e in Iraq – l’artista si muove lungo le linee di faglia dei conflitti: non si addentra nei luoghi caldi, evita le zone dove si combatte, piuttosto ne cattura le atmosfere, i tratti sostanziali, le circostanze e gli effetti. 
A partire da Infra (2010-2015), grande lavoro sugli infiniti, intensi, devastanti focolai di guerra nella Repubblica Democratica del Congo, Mosse esplora il rapporto tra fotografia documentaria convenzionale e arte concettuale. Il punto di partenza formale della serie è il colore. L’artista si serve di una pellicola sensibile ai raggi infrarossi che trasforma il paesaggio da verde intenso a rosso rosato, originariamente sviluppata da Kodak in collaborazione con l’esercito americano per individuare i nemici in aree a visibilità ridotta.
In Heat Maps (2016-2018), monumentale progetto sul tema delle migrazioni, Mosse utilizza invece una termocamera, cioè uno strumento che cattura le differenze di calore nell’intervallo degli infrarossi. Ciò che vediamo non sono i riflessi registrati della luce visibile, ma “mappe di calore”, le cosiddette heat maps. Si tratta di una tecnologia che permette ai militari di “vedere”, o meglio individuare un essere umano fino a 30 km di distanza, di giorno come di notte.
Nella serie Ultra (2019), l’artista realizza affascinanti fotografie della foresta pluviale con l’ausilio di una torcia a luce ultravioletta e di esposizioni multiple: immagini scintillanti in cui magici riflessi cangianti viola sono stemperati da tocchi di verde argenteo e bagliori metallici rosso cardinale e rosso carminio. Mosse cattura la bellezza preziosa, insostituibile di questo ecosistema attraverso una rappresentazione minuziosa e ravvicinata delle piante e degli insetti che lo abitano. In un’epoca in cui i fragili equilibri della foresta pluviale sono gravemente minacciati dalla pressione demografica, dagli incendi e dalla deforestazione, dagli allevamenti intensivi di bestiame, dalle piantagioni di palma da olio, dalle miniere illegali e da altre infrastrutture costruite dall’uomo, l’artista indaga la complessità del suo bioma, le relazioni simbiotiche e le interdipendenze.
Per la prima volta la Fondazione MAST presenta un’ampia selezione dell’opera di Richard Mosse, inclusi i lavori più recenti della serie Tristes Tropiques (2020), realizzati nell’Amazzonia brasiliana. Oltre a queste straordinarie immagini, la mostra propone anche due imponenti videoinstallazioni immersive, The Enclave (2013) e Incoming (2017), e il grande video wall Grid (Moria) (2017). 
Si ringraziano l’artista, Jack Shainman Gallery, carlier | gebauer e tutti i prestatori per il loro importante contributo a questo progetto.

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Foto: Richard Mosse, Hombo, Walikale, eastern Democratic Republic of Congo, 2012 - © Richard Mosse, Courtesy of the artist and Jack Shainman Gallery, New York